Pallavolo, Mondiale Femminile: un amaro 4° posto

Nazionale Italia 2014

È vero, in pochi avrebbero scommesso su questa squadra alla vigilia della competizione. Ed è altrettanto vero che nessuno avrebbe pensato di non salire sul podio una volta cominciato il torneo. Complice il bel gioco mostrato in ogni gara, con prestazioni in crescendo partita dopo partita, pubblico e addetti ai lavori si erano ormai entusiasmati a tal punto da credere che quelle 14 ragazze non si sarebbero più fermate. Le schiaccianti vittorie contro Cina, Stati Uniti e Russia nelle fasi centrali del Mondiale avevano lasciato pensare che solo il Brasile avrebbe potuto separare le azzurre dal titolo iridato. Così non è stato, perché la Final Six ha ribaltato i pronostici per l’ennesima volta, relegando la squadra italiana ad un 4° posto che non ha reso giustizia a quanto di bello mostrato fino alla semifinale con la Cina. Quella sconfitta ha costretto l’Italia ad “accontentarsi” della finalina per il 3° e 4° posto, nella quale contendersi l’ultimo gradino del podio proprio contro l’altra grande esclusa: il Brasile di Zé Roberto.

Italia vs Brasile 2 – 3 (15-25, 13-25, 25-22, 25-22, 7-15) Lo scontro che secondo i più avrebbe dovuto decretare il vincitore del Mondiale alla fine c’è stato. Italia e Brasile si sono ritrovati faccia a faccia. In un contesto di più modesta portata, ma si sono ritrovati faccia a faccia. Lo spettacolo offerto è stato di prim’ordine, una pallavolo stellare seppure entrambe le squadre venissero dalla delusione della sconfitta. L’Italia ancora una volta ha buttato via i primi due set, concedendo troppo alle avversarie. I problemi sono venuti soprattutto dal centro, con Arrighetti e Chirichella che purtroppo sono mancate proprio nei momenti più cruciali. Bene le solite Del Core e soprattutto Diouf, che ha approfittato dell’ampio spazio datole da Bonitta in questa occasione. I suoi 31 punti totali sono davvero un bottino imponente, che ha permesso all’Italia di recuperare i 2 set di svantaggio e di portare l’incontro al tie-break. Nel 5° parziale Lo Bianco e compagne hanno retto solo fino al cambio campo. Poi, complice un arbitraggio sempre avverso alle azzurre, il Brasile di Sheilla e Jaqueline hanno preso il largo fino al 7-15 che ha assegnato vittoria e bronzo alla squadra verde-oro.

La rosa. Si è parlato per tutto il torneo delle “14 titolari” a disposizione di Marco Bonitta. Gli incontri (13 in 20 giorni!) hanno posto il coach azzurro davanti a tante problematiche: gli infortuni, con Lo Bianco e Ferretti da utilizzare con oculatezza; il turn-over, per arrivare in forze alle fasi conclusive della competizione; veterane e giovanissime, con scommesse e riconferme che sono state la vera linfa di questa squadra. Tra le migliori, senza dubbio Centoni e Del Core: guerriere efficaci e dalla freddezza impeccabile, sono state il punto di riferimento dell’attacco azzurro anche nei momenti più difficili. In difesa, Cardullo ha avuto pochissimo spazio a causa delle prestazioni di Monica De Gennaro. Premiata come miglior libero del torneo, sono stati davvero pochi i suoi passaggi a vuoto.

Stagione 2014-2015. In pausa dal pensiero azzurro, le ragazze di Bonitta sono tornate nei rispettivi club. Molte di queste giocatrici arricchiscono il campionato turco (Centoni e maglia del Fenerbahçe), altre altrove (Del Core gioca dal 2013 in Russia con la Dinamo Kazan), altre ancora sono rimaste qui in Italia ad ammaliare il pubblico dei palazzetti dello stivale. Il mondiale organizzato in Italia probabilmente darà una spinta importante al movimento pallavolistico: l’augurio è che non sia solo un momento o una moda passeggera, bensì un incentivo destinato a durare nel tempo. Tutto questo, in attesa di migliorare il 4° posto e tornare presto sul gradino più alto del podio. Il 2014 ha premiato due squadre – Usa e Cina  – che erano state già battute dall’Italia. Il ricambio generazionale a cui si sta assistendo in questi ultimi anni era inevitabile, ma le nuove leve della nazionale stanno maturando in fretta (come ignorare la performance di Valentina Diouf, classe 1993, o quella di Cristina Chirichella, classe 1994?). Se questa volta l’impresa è sfumata di un soffio, la prossima potrebbe già essere la volta buona per tornare a guardare il mondo dall’alto verso il basso.

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