Hitchcock e Alma, due meteore nelle sale

Con la regia di Sacha Gervasi, il cinema moderno omaggia uno dei suoi più grandi esponenti di sempre: Alfred Hitchcock. La pellicola, uscita negli Stati Uniti nel 2012, si basa sul libro “Alfred Hitchcock and the making of Psycho” di Stephen Rebello. Ciò che vi si racconta è proprio il momento in cui Hitchcock, reduce dal successo di “Intrigo internazionale”, decide che il suo prossimo film trarrà ispirazione dalle vicende dell’assassino Ed Gein, di cui si parla nel romanzo “Psycho” di Robert Bloch. Nasce così il personaggio del protagonista maschile Norman Bates. Ma il vero colpo di genio è l’idea di far morire la protagonista Marion Crane dopo appena 15 minuti (nella pellicola in realtà la sua morte avviene intorno al minuto 50, ndr). Dietro a questa decisione c’è la figura chiave della vita privata e professionale del noto regista: sua moglie Alma. Proprio l’intenso legame con la donna è una delle tematiche più forti della pellicola. La fiducia nutrita verso Alma è totale: Hitchcock stenta ad ammetterlo ma in fondo la considera una professionista al suo pari. Tanto è vero che “Psycho” viene perfezionato nei dettagli ed è pronto a decollare davvero solo quando Alma smette di collaborare al libro del suo amico Whitfield Cookper – verso il quale la donna dimostra a tratti una particolare malizia – per dedicarsi, ancora una volta, anima e corpo alla carriera di suo marito. Hitchcock riconosce apertamente l’importanza di Alma solo nel finale, superando l’orgoglio e superando anche le fugaci passioni per le ‘bionde’ attrici dei suoi film (affetti profondi che tendono quasi al controllo, come emerge da un dialogo tra le interpreti Janet Leigh e Vera Miles).

Hitchcock-HopkinsLo stato d’animo che anima Hitchcock – egregiamente interpretato da Anthony Hopkins – è ricco di sfaccettature e permette di conoscere molti aspetti della vita del regista: il rammarico per l’Oscar che gli è sempre stato negato nonostante i suoi successi, la relazione che intercorre tra lui e l’ispirazione (non è lui a trovare lei bensì il contrario. Emblematica la scena finale del film: mentre Hitchcock afferma di non sapere quale sarà il suo prossimo soggetto, un corvo si posa sulla sua spalla richiamando in modo inequivocabile il tema de “Gli uccelli”), il rapporto con la censura e le case di produzione, le quali riconoscono il suo genio ma al tempo stesso sono frenate dalla paura di perdere denaro: il regista è stato un innovatore e stare al passo con lui ha sempre significato osare, rischiare.

Il vero e unico difetto del film è il suo ritmo lento ed estremamente didascalico. D’altronde bisogna capire molte cose per entrare davvero nella vicenda: i singoli personaggi, la simbiosi di Hitchcock e Alma con il cinema, il periodo storico in cui tutto era soggetto a controlli, l’intera catena di produzione di un film in un’epoca in cui non uscivano certo decine di pellicole a settimana. Il cast è a dir poco stellare (oltre a Hopkins troviamo Helen Mirren nel ruolo di Alma, Scarlett Johansson, Jessica Biel e Danny Huston), eppure il film è stato una meteora nella sale italiane e ha raccolto giudizi contrastanti. Agli Oscar 2013 ha concorso solamente per il trucco, mentre tra gli attori l’unica nominata è stata la Mirren ai Golden Globe. In poche parole, si può parlare di un successo solo in termini relativi. Eppure vedere il film permette di conoscere più da vicino il genio del brivido per eccellenza. Nonché di conoscere la donna con cui visse la maggior parte della sua vita. A chiunque abbia visto il film piacerà immaginare che il dialogo finale tra i due coniugi sia realmente avvenuto:

“Alma, non credo che riuscirò a trovare una bionda alla Hitchcock tanto bella come te”

“Ho aspettato 30 anni per sentirti dire questa cosa”

“È questo mia cara il motivo per cui mi chiamano il maestro della suspance”.

Il resto è storia documentata: Alfred Hitchock diresse altri sei film dopo Psycho, ma nessuno fu in grado di superare quell’incredibile successo.

Non vinse mai l’Oscar, ma nel 1979 l’American Film Institute gli conferì il Premio alla Carriera.

Durante la premiazione disse, “Condivido questo premio, come ho condiviso la mia vita, con Alma”.

 

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